Visita all’intero Complesso Monumentale Steri

ASSOLUTAMENTE DA VEDERE !!!
DATA DA DEFINIRE – Piazza Marina, Palermo

Il Palazzo per secoli è stato una delle residenze più importanti della città. Attraversando i suoi ambienti e le sue suggestive sale, scoprirete tutto sui protagonisti e sulle vicende storiche dell’ “Hosterium Magnum”.
L’itinerario di visita vi condurrà attraverso le carceri dell’Inquisizione, con i graffiti dei prigionieri ancora visibili sulle pareti delle celle, presso la Sala delle Armi e la Sala Magna del palazzo, con il suo meraviglioso soffitto ligneo, e si concluderà presso la sala che ospita il nuovo allestimento de “La Vucciria”, celebre tela del pittore Renato Guttuso

 

Contributo:
10 euro i soci Promofestival – 12 euro i non tesserati
include tour Complesso Monumentale Steri:
Visita alle carceri dell’inquisizione
Visita Palazzo Chiaramonte Steri
Visita opera La Vucciria di Guttuso

Guide turistiche e servizi
con la collaborazione di CoopCulture
Durata visita 1 ora

 

Come prenotare:
Inviare un messaggio whatsapp al 331 718 99 10 scrivendo l’evento, il nome e cognome di chi prenota e il numero totale dei partecipanti.

Esempio:
Palazzo Steri. Annalisa Conte. Tre posti in tutto.

L’Organizzazione risponderà confermando la prenotazione e scrivendovi tutte le informazioni che necessitano. Coordinatore dell’evento Mattia Matteo Bifara

CavalereseStreghe2Visita alle carceri segrete di Palazzo Chiaramonte Steri di Palermo.
Quella prigione buia dove per due secoli, dal 1605 al 1782, gli uomini inviati in Sicilia da Torquemada rinchiusero e interrogarono innocenti in nome di Dio. Per loro i prigionieri erano eretici, bestemmiatori, fattucchiere, amici del demonio. In realtà molti erano artisti, intellettuali scomodi, avversari dell’ortodossia politica e religiosa. Nell’antico Palazzo di Piazza Marina, un tempo sede del Tribunale del Santo Uffizio, emergono le testimonianze di un passato terribile e sanguinoso.
Messaggi e graffiti sulle pareti, che oggi rivivono grazie al lavoro di un gruppo di ricercatori dell’Ufficio tecnico dell’Università di Palermo. Sento freddo e caldo, mi ha preso la febbre terzana, mi tremano le budella, il cuore e l’anima mi diventano piccoli piccoli…” E’ il grido di dolore di una delle ”streghe” condannate al rogo dall’Inquisizione, affidato a una scritta in dialetto incisa con un punteruolo sulla parete di una cella. Innocenti vittime considerati colpevoli, questi prigionieri erano definiti eretici, bestemmiatori, fattucchiere, amici del demonio. In realtà molti erano artisti o intellettuali scomodi..



 

 

 

 

Organizzazione:
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